Fagioli al fiasco per Giacomo Puccini, scritto da Andrea Maia, già autore di altri volumi della collana, tra i quali Rossini in teatro e in cucina e L’infinito gastronomico di Giacomo Leopardi, si concentra sul rapporto tra il cibo e il compositore toscano. Nella sua vita la cucina mantenne sempre uno spazio rilevante, forse anche a causa della fame sofferta all’epoca del conservatorio, quando con l’amico Mascagni si preparava abbondanti minestroni per affrontare il freddo e la povertà. Nonostante i numerosi viaggi internazionali, Giacomo Puccini conservò sempre uno speciale legame con i piatti della Toscana; in particolare predilesse i piatti della selvaggina e i fagioli al fiasco, che poteva gustare all’interno del convento dove viveva sua sorella.
La mia passione per Puccini è nata nell’infanzia quando ascoltavo alla radio la trasmissione delle sue romanze. Mi colpivano brani come “Mi chiamano Mimì” o “Un bel di’ vedremo” che avvertivo come qualcosa di ben diverso rispetto a “Vola colomba…”
Nel documentarmi, per la scrittura del saggio, mi hanno stupito alcuni aspetti paradossali della sua personalità, come l’abitudine del fumo, la passione per la caccia e i motori e in particolare la predilezione, nella vita e nelle opere, per le donne, amate nella vita in numerose esperienze e rappresentate nelle opere in una serie di personaggi suggestivi e di straordinario fascino: Manon, Mimì, Tosca,…
Puccini ha un vivo interesse per il cibo, forse perché sofferse nella infanzia e nella giovinezza la povertà e la fame (i minestroni cucinati con Mascagni nella soffitta milanese) e la sua cucina preferita è quella di Lucca, specie quella che ha come oggetto la selvaggina.
La mia ricetta preferita è quella che dà il titolo al saggio, quella dei fagioli che egli gustava nel convento in cui era madre superiora sua sorella, ed in cui egli osservava il modo di vivere che avrebbe rappresentato in Suor Angelica.
In un eventuale prossimo saggio potrei occuparmi ancora del melodramma, esaminando i musicisti della scuola del Verismo, che crearono alcuni capolavori ancora oggi applauditi, come Cavalleria Rusticana o Pagliacci.