Cesare Pavese è ormai diventato un’icona del turismo enogastronomico: il suo nome ricorre spesso nella presentazione di quell’eden di cibi e vini che sono le Langhe. Nelle sue opere è possibile scovare le abitudini alimentari di un mondo agreste fermo a più di ottant’anni fa, dove il cibo si fa specchio della miseria contadina.
La raffinatezza quasi eccessiva che caratterizza gli ultimi bagliori della nobiltà siciliana è divenuta essa stessa un classico, grazie soprattutto al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che ha descritto meglio di chiunque altro gli individui, le consuetudini, gli scenari, i cibi di quell’aristocrazia feudale ormai in declino.
Un viaggio che si snoda tra farina e poesia, tra impasti e sintassi, tra idilli e lieviti, alla ricerca dei mille simbolismi, dei mille significati di un prodotto umano, umanissimo, frutto dell’incontro tra Natura e Cultura.
SCOPRI DI PIÙGrazia Deledda, unico premio Nobel femminile per le lettere italiane, è una delle dieci scrittrici in tutto il mondo ad avere ottenuto questo prestigioso riconoscimento. Nata a Nuoro, nel cuore della Sardegna, del suo popolo narrò tradizioni, costumi, vicende storiche, banditi e amori.
SCOPRI DI PIÙRicette della tradizione fiorentina e talvolta, a seconda dello sfondo narrativo, anche di altri luoghi (Piemonte, Romagna, Borgogna) collegate alle novelle. Per invitare alla lettura di un capolavoro forse più famoso che frequentato.
SCOPRI DI PIÙLa polenta in casa di Tonio, lo stufato all’Osteria della luna piena, i raveggioli, il pane e la farina, il vino, e altri cibi ancora, abbondanti o scarsi, in tempo di carestia e di peste.
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